La Corte di Cassazione, sez. VI Penale, con sentenza n. 7969/20, depositata il 27 febbraio ha confermato le responsabilità dell’insegnante di una classe di scuola materna in Puglia; a inchiodarla i racconti fatti all’epoca dei fatti da alcuni bambini ai loro genitori. La donna mancava di pazienza nell’ interagire con gli alunni, soprattutto con i più fragili, lenti o introversi, che umiliava verbalmente: poi, utilizzava un martelletto sbattuto sulla cattedra per imporre l’ordine e il silenzio, e urlava e sgridava i bambini con toni di voce molto alti, e minacciava i più vivaci e disobbedienti di rinchiuderli in un armadietto. L ’insegnante che adotta un metodo educativo rigido ed autoritario, è perciò ritenuta colpevole di “abuso dei mezzi di correzione” – e non di “maltrattamenti” – per l’approccio durissimo avuto coi bambini della classe a lei affidata.