Con la sentenza n. 668 del 18 gennaio 2016, la Terza Sezione della Suprema Corte di Cassazione ha ribadito il principio di diritto secondo cui, ferma la necessità che il contratto di assicurazione sia redatto in maniera chiara e comprensibile, il Giudice, qualora si trovi di fronte a clausole di dubbia interpretazione, deve far ricorso ai criteri ordinari, interpretando la clausola contro il soggetto predisponente. Ciò si rende necessario in presenza di contratti conclusi con moduli e formulari e, dunque, per impedire che il soggetto predisponente si trovi in una posizione di vantaggio rispetto all’altro contraente.