Furto nella cassetta di sicurezza: responsabilità della banca e oneri probatori

Furto nella cassetta di sicurezza: responsabilità della banca e oneri probatori

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17207 del 21 giugno 2024, ha stabilito che la sottrazione dei beni custoditi nella cassetta di sicurezza a seguito di furto genera una potenziale responsabilità della banca. La banca è tenuta a dimostrare il caso fortuito, che tuttavia non include il furto, considerato un evento prevedibile vista la natura della prestazione.

Secondo la Cassazione, il furto non può essere considerato un caso fortuito, poiché è un evento prevedibile e prevenibile. La banca, pertanto, è chiamata a rispondere della sicurezza delle cassette e dei locali in cui sono custodite. Tuttavia, anche il danneggiato deve affrontare un onere probatorio significativo. Deve infatti dimostrare il contenuto e il valore degli oggetti sottratti, il che risulta particolarmente difficile data la natura confidenziale del contenuto delle cassette di sicurezza.

Furto nella cassetta di sicurezza: responsabilità della banca e oneri probatori

La giurisprudenza ha ammesso l’uso di prove presuntive per dimostrare il contenuto delle cassette di sicurezza. Ciò significa che il danneggiato può ricorrere a testimonianze, fotografie, documentazione economica e altre evidenze indirette per provare l’esistenza e il valore dei beni sottratti. La sentenza della Cassazione conferma che il favor per il danneggiato può consentire di superare i limiti oggettivi della prova diretta, permettendo il risarcimento dei danni subiti.

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