Illegittimo il divieto di circolazione per i residenti in Italia di veicoli immatricolati all’estero
La Corte costituzionale, con sentenza n. 113 del 2023, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale – in riferimento all’ art. 77 , comma 2, Cost.
– dell’ art. 93 , commi 1-bis e 7-bis, D.Lgs. n. 285/1992 , introdotti dall’ art. 29- bis , comma 1, lett. a), nn. 1) e 2), D.L. n. 113/2018 , come convertito, nella parte in cui ha previsto il divieto, per chi abbia stabilito la residenza in Italia da oltre 60 giorni, di circolazione con un veicolo
immatricolato all’estero, poiché le norme inserite in sede di conversione difettano di alcun requisito di omogeneità con le finalità perseguite dal D.L. di sicurezza pubblica, rilevandosi invece indirizzate a contrastare la prassi della estero-vestizione dei veicoli, consistente nella sottrazione agli adempimenti di natura fiscale, tributaria e amministrativa gravanti sui proprietari di veicoli al fine di ottenere vantaggi indebiti quali l’evasione di tributi e pedaggi, la non assoggettabilità a sanzioni e la fruizione di premi assicurativi più vantaggiosi.

Ricordiamo che l’ultima legge europea, in vigore dal 21 marzo 2022, aveva introdotto l’obbligo di iscrizione al Reve (Registro veicoli esteri) per tutti gli autoveicoli, motoveicoli e rimorchi immatricolati all’estero che circolano in Italia. in modo da ottenere l’immatricolazione italiana dell’autoveicolo estero. “Per i cittadini stranieri che hanno la residenza italiana il termine per la registrazione del veicolo al Reve è di 3 mesi dalla data di acquisizione della residenza. I cittadini stranieri che mantengono la residenza all’estero hanno a disposizione un anno.”

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