La Cassazione chiarisce la causalità della colpa: nuovi principi sul nesso causale
La Corte di Cassazione penale, Sez. IV, con la sentenza n. 22587 del 5 giugno 2024, ha ribadito importanti principi riguardanti la causalità della colpa e il nesso causale tra condotta e evento. Accogliendo la tesi del Procuratore generale della Corte d’Appello e della difesa delle parti civili, la Suprema Corte ha censurato le sentenze di merito che avevano erroneamente ricostruito la dinamica di un sinistro e il nesso causale tra la condotta e l’evento dannoso.
Il principio di causalità della colpa, come ribadito dalla Cassazione, impone che sia ascrivibile all’autore a titolo di colpa solo l’evento che sarebbe stato evitabile con una condotta non trasgressiva. Questo significa che non tutti gli eventi causalmente riconducibili a una condotta colposa possono essere imputati all’autore, ma solo quelli che la condotta non trasgressiva avrebbe evitato.
Inoltre, la Corte ha richiamato il principio della concretizzazione del rischio, che prevede che l’evento dannoso sia causato dall’introduzione di un fattore di rischio da parte del soggetto agente, concretizzatosi attraverso la violazione di regole cautelari mirate a prevenire proprio quel tipo di rischio. Questo principio sottolinea l’importanza di verificare se l’evento dannoso rientra tra quelli che la norma violata intendeva scongiurare.
La Cassazione chiarisce la causalità della colpa: nuovi principi sul nesso causale
La sentenza della Cassazione rappresenta un importante chiarimento in materia di responsabilità penale e nesso causale, indicando chiaramente che il giudizio deve basarsi su un’accurata valutazione della relazione tra condotta e evento, nonché sulla specificità delle regole cautelari violate.
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