Obblighi delle banche nella consulenza finanziaria: la Cassazione si pronuncia

Obblighi delle banche nella consulenza finanziaria: la Cassazione si pronuncia

La tutela degli investitori nel settore finanziario è un principio fondamentale che la giurisprudenza continua a ribadire con fermezza. Con l’ordinanza n. 3759/2025, la Suprema Corte ha sancito un nuovo importante chiarimento: anche un investitore disposto ad assumersi rischi elevati ha diritto a un’informazione chiara e completa su tutte le alternative disponibili sul mercato. L’omissione di questi obblighi informativi da parte degli istituti di credito non può essere giustificata, ed è fonte di responsabilità per la banca.

Un principio di trasparenza imprescindibile

Secondo la Cassazione, il rapporto tra banca e investitore non può basarsi solo sulla dichiarazione di quest’ultimo di voler assumere rischi elevati. Il dovere dell’istituto finanziario non si esaurisce nella semplice raccolta delle informazioni relative al profilo di rischio del cliente, ma impone un’analisi comparativa delle diverse opzioni d’investimento disponibili sul mercato. Solo in questo modo l’investitore può realmente compiere scelte consapevoli.

L’obbligo della banca si articola in tre aspetti principali:

Chiarezza sui rischi: l’investitore deve essere informato in modo dettagliato sulle conseguenze dell’investimento.

Confronto tra alternative: devono essere esaminate e presentate tutte le opzioni disponibili sul mercato per garantire la scelta più adatta.

Responsabilità nella consulenza: non è sufficiente che un cliente dichiari di essere propenso al rischio se non è stato messo nelle condizioni di valutare ogni opportunità.

Obblighi delle banche nella consulenza finanziaria: la Cassazione si pronuncia. Le implicazioni per investitori e banche

Questa pronuncia ha un impatto significativo per tutti gli attori coinvolti nel mercato finanziario. Per gli investitori, rappresenta una tutela rafforzata nei confronti di scelte di investimento non pienamente consapevoli. Per le banche, invece, si traduce in un maggiore onere di diligenza nella consulenza finanziaria. L’omessa comunicazione di alternative valide può portare a conseguenze giuridiche, con richieste di risarcimento per gli investitori che abbiano subito perdite a causa di informazioni carenti o distorte.

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